Il 22 e 23 giugno il Parlamento Europeo si è confrontato, per la seconda volta in un mese, in merito all’approvazione di 8 delle proposte di legge che compongono il pacchetto legislativo FIT FOR 55 concepito per ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra, rispetto ai livelli del 1990, di almeno il 55 % entro il 2030.
Per mezzo di tale pacchetto l’Europa si propone di aggiustare il proprio percorso verso la meta definita dall’Accordo di Parigi nel 2015: contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2°C e perseguire tutti gli sforzi necessari per limitare l’aumento di temperatura a 1.5 °C rispetto al periodo pre-industriale, e concretizzare l’obiettivo del Green Deal europeo diventando il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050.
La falsa partenza nella preliminare dell’8 giugno lasciava notevoli perplessità sulla possibilità di conciliare gli ambiziosi obiettivi prefissatisi ed i conseguenti oneri per cittadini e industria: sebbene 5 punti avessero ricevuto il via libera, infatti, ai punti cruciali del pacchetto era stato riservato un incongruo ma compatto “no”, pronunciato indifferentemente da chi riteneva le proposte troppo blande e chi invece troppo esose.
La nuova sessione ha approvato i 3 progetti di legge mancanti volti a riformare il sistema ETS (Emissions Trading Scheme) rendendone più stringenti i criteri ed estendendone la portata includendo, dopo il trasporto aereo, quello navale e creando un contesto adatto all’inserimento dei trasporti stradali e dell’edilizia.
A completare la riforma due provvedimenti associati: l’introduzione della tassa di aggiustamento sul carbonio alla frontiera (CBAM) e la creazione del Fondo Sociale per il Clima per sostenere nella transizione i soggetti più vulnerabili.
A seguito delle due votazioni, la posizione di base dell’Europarlamento nei negoziati istituzionali con il Consiglio e la Commissione prevede:
- l’aumento dell'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per il 2030 al 63% rispetto al 2005 attraverso riduzioni una tantum al quantitativo di quote in circolazione ed un incremento graduale del fattore annuale di riduzione (4,4% fino al 2025, 4,5% dal 2026 e 4,6% dal 2029);l’introduzione di un sistema bonus-malus a partire dal 2025 per favorire, con quote gratuite aggiuntive, le imprese più ecologiche e penalizzare chi non attua le raccomandazioni degli audit energetici, non certifica i propri sistemi energetici o non stabilisce un piano di decarbonizzazione, con la perdita parziale o totale della propria assegnazione gratuita;
- la revisione del meccanismo della Riserva di Stabilità del Mercato (MSR) per migliorarne il funzionamento garantendone l’idoneità allo scopo in caso di futuri shock esterni imprevedibili;
- l’applicazione del sistema ETS a tutti i voli in partenza da un aeroporto situato nello Spazio economico europeo (con deroghe per i voli relativi alle regioni ultraperiferiche) e la graduale eliminazione delle assegnazioni gratuite al settore dell'aviazione entro il 2025. La proposta prevede che il 75% dei ricavi generati dalla vendita all'asta delle quote per l'aviazione sia utilizzato per sostenere l'innovazione e le nuove tecnologie;
- l’estensione dal 2024 del sistema ETS al trasporto marittimo con la copertura del 100% delle rotte intraeuropee e del 50% (incrementato al 100% dal 2027) delle rotte da e verso l’UE. La proposta prevede anche la contabilizzazione di emissioni di GHG diversi dalla CO2 come gli ossidi di azoto e metano;
- l’istituzione di un Fondo per gli Oceani per sostenere, con il 75% dei profitti delle aste delle quote marittime, la transizione verso un settore marittimo dell'UE efficiente dal punto di vista energetico e resiliente ai cambiamenti climatici;
- l’inclusione dal 2026 nel sistema ETS dell’incenerimento dei rifiuti urbani;
- l’introduzione nel 2023, con un periodo transitorio fino al 2026, del meccanismo di aggiustamento sul carbonio alla frontiera (CBAM) applicato alle emissioni dirette ed indirette per la produzione di ferro, acciaio, prodotti di raffineria, cemento, prodotti chimici organici, fertilizzanti, plastica, idrogeno e ammoniaca. La proposta prevede l’istituzione di un’Autorità CBAM centralizzata per l’UE e l’utilizzo delle entrate generate dalla vendita dei certificati CBAM per sostenere gli sforzi dei paesi meno sviluppati per decarbonizzare le loro industrie manifatturiere;
- la graduale eliminazione, dal 2027, delle quote gratuite nei settori coperti dal meccanismo CBAM fino alla loro completa eliminazione entro il 2032, anno in cui è previsto che il meccanismo sia pienamente in funzione. La riduzione sarà pari al 93% nel 2027, 84% nel 2028, 69% nel 2029, 50% nel 2030, 35% nel 2031. La proposta prevede la valutazione di un meccanismo di adeguamento delle esportazioni affinché gli impianti dell'UE più efficienti dispongano di assegnazioni gratuite nell’Esta dell'UE per le emissioni legate all'esportazione di prodotti regolamentati dal CBAM verso paesi terzi senza meccanismi di tariffazione del carbonio simili all'UE ETS;
- l'istituzione di un nuovo ETS II per gli edifici e il trasporto commerciale su strada, con l’esclusione degli edifici residenziali e dei trasporti privati almeno fino al 2029. La proposta prevede la determinazione di un prezzo limite di 50 euro per l’innesco di meccanismi di compensazione dalla riserva di stabilità del mercato;
- l’istituzione di un Fondo Sociale per il Clima, finanziato mediante parte dei ricavi dell’ETS II, per sostenere nella transizione le famiglie a basso reddito attraverso misure temporanee dirette (riduzione delle tasse e delle tariffe sull'energia) ed investimenti a lungo termine nella ristrutturazione degli edifici, nelle energie rinnovabili, nella transizione dal trasporto privato a quello pubblico, al car-pooling e car-sharing ed a modi di trasporto attivi quali la bicicletta. Le misure potrebbero prevedere incentivi fiscali, voucher, sovvenzioni o prestiti a tasso zero;
- il finanziamento del bilancio EU mediante una quota definita delle entrate delle aste ETS (I + II) da utilizzare esclusivamente per l'azione per il clima o per il miglioramento delle competenze e la riqualificazione dei lavoratori potenzialmente interessati dalla transizione verde;
- il finanziamento di progetti per il miglioramento dell'efficienza energetica e la modernizzazione dei sistemi energetici negli Stati Membri meno ricchi e di progetti transfrontalieri con regioni frontaliere a bassa crescita mediante il Fondo per la Modernizzazione. L’ammissibilità sarà subordinata al rispetto dello Stato di diritto, all’adozione di obiettivi giuridicamente vincolanti per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e di misure per eliminare gradualmente tutti i combustibili fossili;
- l’incremento del Fondo per l'innovazione (ribattezzato Fondo per gli Investimenti per il Clima) che sostiene l'innovazione nelle tecnologie che contribuiscono in modo significativo alla decarbonizzazione dei settori dell'ETS;
- il raggiungimento di una mobilità stradale a emissioni zero entro il 2035;
- l'incremento dell’assorbimento netto di gas a effetto serra nel settore LULUCF per il 2030 dovrebbe essere di almeno 310 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. La proposta prevede l’istituzione di un meccanismo, per il periodo 2026-2030, a disposizione di quei Paesi UE che non sono stati in grado di raggiungere i loro obiettivi annuali a causa di perturbazioni naturali come gli incendi boschivi;
- l’incremento condivisione degli sforzi degli Stati Membri attraverso una maggiore trasparenza sulle azioni intraprese, una maggiore responsabilizzazione, minor flessibilità sul prestito di quote di emissione da quantitativo dell’anno successivo e sullo scambio di quote tra Stati Membri, eliminazione della possibilità per gli Stati Membri di ricevere ulteriori quote dalla riserva aggiuntiva.